Vi Presento Toni Erdmann
Ines lavora per una società di consulenza gestionale a Bucarest, non ha famiglia, né fidanzato, il suo unico scopo è salire la scala della carriera tenendo la sua vita sotto rigido controllo. Almeno tutto questo lo credeva. Lo credeva fino a che un giorno suo padre si presenta alla sua porta. Una breve visita a sorpresa che presto getta la vita di Ines in un caos senza scampo. E questo perché suo padre ha la sensazione che Ines non sia così felice dietro la sua facciata da manager rampante. E così indossa una parrucca selvaggiamente acconciata, orridi denti finti e si trasforma in “Toni Erdmann”, un essere bizzarro a metà tra il grottesco e il selvaggio. Toni Erdmann si presenta ai colleghi e ai superiori di Ines nelle vesti di diplomatico, di membro dell’elite sociale e di esperto consulente finanziario. Ogni sua apparizione sconvolge Ines e distrugge gradualmente il suo feroce pragmatismo.
Toni Erdmann di Maren Ade, combina con leggerezza e ironia un sentimento bizzarro che pervade ogni cellula del film con un mondo permeato di meccanicismo e freddezza restituendo allo spettatore un’atmosfera sospesa e indecifrabile, dove ogni punto fermo viene a cadere. Il mondo di Ines è una realtà in cui i contatti sono tutto e la vuota dialettica tra i protagonisti non consente una discussione onesta dei propri sentimenti. Il padre di Ines irrompe in questo mondo come un elefante in un negozio di porcellane, cinicamente puro e freddo nel suo sistematico lavoro di distruzione.
Nonostante tutta l’ilarità che scaturisce da questi conflitti, il film vive anche di momenti tranquilli e malinconici, intensamente interpretati da Sandra Hüller e Peter Simonischek, i quali riescono a plasmare la delicata alchimia del rapporto padre-figlia. Lo spettatore diviene immediatamente parte di questo fragile rapporto e ne è totalmente immerso. Peter Simonischek è fantastico nel ruolo del protagonista e gestisce il precario equilibrio tra l’alter ego Toni, selvaggiamente confuso e spesso esageratamente molesto e irriverente, e il suo vero io: un padre preoccupato che vuole che sua figlia venga liberata dalla gabbia dei “replicanti aziendali”, per usare una citazione di Chris Columbus. E Sandra Hüller dimostra la sua classe di attrice rendendo in modo sottile il conflitto interiore di una donna tra durezza allenata e fragilità interiore. Tutto questo emerge in tutto il suo abbacinante fulgore in una delle scene chiave del film, in cui un testo di una canzone di Whitney Houston rivela tutto ciò che questa donna non può dire ad alta voce. E così l’algida Ines si scioglie e canta a squarciagola il testo che rivela la sua intima essenza: “Io credo che I bambini siano il nostro futuro. Mostragli tutta la bellezza che hanno dentro. Tutti cercano un eroe.Le persone hanno bisogno di qualcuno a cui guardare. Io non ho mai trovato nessuno che soddisfi le mie necessità. Così ho imparato a contare solo su me stessa. Ho deciso molto tempo fa di non rimanere mai nell’ombra di nessuno. Se sbaglio, se riesco, almeno vivo come credo. Non importa cosa pretendono da me, non possono togliermi la mia dignità perché il più grande amore di tutti, lo sto vivendo io. Ho trovato il più grande amore di tutti che è dentro me. Il più grande amore di tutti è facile da ottenere imparando ad amare te stesso.”
I dialoghi sono autenticamente realistici, l’umorismo è nero, pungente, rivelatore, specialmente la visione del mondo degli affari duro e superficiale è letteralmente crudo e senza appello. Una tensione narrativa persistente aleggia sulla storia, anche grazie all’eccellente lavoro con la steady cam di Patrick Orth, direttore della fotografia. La macchina da presa non lascia quasi mai i volti, è vicina a loro, cattura momenti scomodi e getta lo spettatore in quelle posture cangianti. Toni Erdmann è un film che mantiene magistralmente il filo emotivo della narrazione ed equilibra splendidamente vis comica e tragica. E’ un’opera che sa colpire con la forza iconografica di un sogno: come ben testimonia una delle scene finali in cui Toni, travestito da enorme Kukeri bulgaro (una sorta di imponente e pelosa creatura destinata a scacciare gli spiriti maligni) si presenta al brunch di compleanno di Ines in cui, per scelta della padrona di casa, gli ospiti sono completamente nudi. Una scena surreale terminata con l’inseguimento di Ines al Kukeri che abbandona la festa. I due si si ritrovano in un Parco e si scambiano un lungo paterno abbraccio- Una scena memorabile per un film che non possiamo nè vogliamo dimenticare.