Lanciati come razzi interplanetari nella sequenza siderale dei fotogrammi su pellicola i 4 folli di Viaggio nella Luna raggiungono orbite cinematografiche auliche e remote grazie ad un nuovo propellente inserito in una vecchia Delorean. Il primo argomento mordicchiato dai quattro tratta della inopinata quanto inusitata fioritura autunnale del Nuovo Cinema Italiano con tantissimi titoli in rotazione nelle sale in questi giorni: Dante di Pupi Avati, Caravaggio di Michele Placido, La Stranezza di Roberto Andò, Il Colibrì di Francesca Archibugi, Dampyr di Riccardo Chemello, Il Signore delle Formiche di Gianni Amelio, L’Ombra del Giorno di Giuseppe Piccioni e molto altro ancora. Tutti titoli di grande caratura internazionale con solari aspirazioni di successo che i Viaggiatori passano in rassegna velocemente pregustandone in ognuno aroma e bouquet come in una degustazione di sagra paesana a cui non si può dedicare troppo tempo.

Esaurito il meritato excursus sul cinema di casa nostra Marco ci parla di Nope, ultima fatica di Jordan Peele, passato nei cinema a settembre. Un’opera senza dubbio che rimane saldamente nel potente solco dei primi due film del regista newyorchese in quanto a poetica e suggestione visiva, ma che al contempo se ne discosta a causa di un respiro più universale, dettato forse, come lo stesso Peele ammette, da un’ammirazione per la poetica di Spielberg (e non solo) che in effetti filtra attraverso l’obiettivo della telecamera permeandone lo sguardo estetico. E’ un film strano che introduce con snervante distillazione l’argomento centrale della storia attraverso un affascinante viaggio nelle remote lande del deserto californiano dove due fratelli prendono in mano l’allevamento di cavalli del Padre dopo la sua grottesca morte, trafitto in sella ad un cavallo da una monetina piovuta dal cielo. I cavalli sono allevati per l’industria cinematografica e questo consente a Peele una sorta di viaggio incantato attraverso il glorioso passato di Hollywood popolato di uomini e bestie in rutilante parata. Un’operazione che per certi versi ricorda quella di Tarantino in C’era una volta Hollywood. Ma qualcosa di mostruoso si aggira per i cieli di Nope insinuando improvvisamente nel racconto un metalinguaggio che si fa strada nell’animo di chi guarda divenendone una grammatica del significato ultimo. Una sorta di cinema nel cinema che porta in scena il concetto della Bestia avida di carne e materia organica di varia provenienza. Cinema nel cinema perchè l’evento in sè, la mistica apparizione, l’orrenda epifania. viene spettacolarizzata da un lato e segretamente filmata dall’altro nella speranza di risollevare le sorti economiche del ranch di famiglia. Il tutto tra scimpanzè assassini e infanzie distrutte, in un incedere che rompe un’armonia prestabilita introducendo caos e turbamento laddove ci si aspetterebbe una pacata pennichella all’ombra di un porticato. Una distonia armonica che sconquassa ogni tipo di appiglio visivo e che getta lo spettatore in una wasteland senza riferimenti.

L’ineffabile Checco invece sceglie un vecchio film di Nanni Moretti, La Messa è Finita, per la sua rubrica: una perla da recuperare (o in qualsiasi altro modo si chiami). Un’opera che diede la stura ad una serie di confronti improbabili tra sacro e profano, tra mondo ecclesiastico e mondo laico, permeata da una profonda riflessione ontologica sull’essere uomo di Chiesa da un lato, e uomo del Secolo dall’altro. Il sentimento che Moretti cerca di denudare è quello di una violenta crisi di identità umana ancor prima che spirituale, in cui il suo prete di provincia si dibatte e ci commuove. Ovviamente il discorso su Moretti si allarga alla sua poetica tout court ed entrano in gioco citazioni e ricordi che i quattro viaggiatori lunari si rimpallano come biglie nella sabbia.

L’ultima riflessione spetta a Thomas su una serie TV animata: F is for Family. Un realistico ritratto di una famiglia americana sul finire degli anni ,70 in preda alle proprie nevrosi e alle proprie segrete sconfitte che questo cartone animato viviseziona con spietato rigore scientifico fornendo un quadro sconcertante della classe media americana e della sua grottesca lotta per rimanere a galla.

Per approfondire tutto ciò non vi rimane che accomodarvi sul divano, cliccare il tasto play e farvi sofficemente avvolgere dalle suadenti voci che popolano questo podcast. Buon ascolto a tutti gli esseri senzienti e di buona volontà.

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