Once Upon a Time in Hollywood: una lettura
Dopo sei mesi di forzata inattività torna prepotentemente, e impunemente, VIAGGIO NELLA LUNA, che ormai da 7 anni ammorba piacevolmente i vostri padiglioni auricolari, titillando il vostro nervo vestibolare, solleticando quello cocleare, producendo soavi quanto melliflue diplofonie sempre subordinate alla meravigliosa Settima Arte: il cinematografo.
In verità non ci sono molte parole da spendere sulla prima puntata della settima stagione di VnL poiché sostanzialmente si è generata da sé, grazie alla nona fatica di Quentin Tarantino “Once upon a time in Hollywood”.
Ne è quindi nata una puntata monografica dove il film del “Taranta” è stato prontamente posto sul tavolo operatorio della cricca lunare che, nemmanco vestisse i panni dei personaggi ritratti nel celeberrimo quadro “Lezione di anatomia del dottor Tulp” di rembrandtiana memoria, si è esibita in dissezioni ossessivamente puntuali e precise, analizzandolo nella sua totalità, e concedendosi il lusso, come tradizione vuole, di sbracare in alcuni punti per non tradire quello che, spesso, è il tenore della trasmissione. Per divertire i bimbi, insomma.
Sebbene tutti i ragazzi di VnL concordino nel ritenere il nono film di Quentin Tarantino una pietra miliare nella cinematografia del regista, vi sono differenti sfumature con cui ciascuno dei viaggiatori lunari si accosta all’opera e ne recepisce il messaggio estetico.
Ergo, godetevi questa esegesi di “C’era una volta ad Hollywood”, non ve ne pentirete.
In studio: Marco Belemmi, Federico Minguzzi, Francesco Morosini e Alessandro Nunziata.
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Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.