
District 9
Uno dei più terrificanti esordi alla regia di sempre questo di Neill Blomkamp. Un film costruito e filmato con una naturalezza e un disincanto disarmanti, capace di catapultarci all’interno di una storia complessa dove uomo e alieno convivono a fatica sulla stessa terra e dove il risvolto razziale si configura come chiave di lettura per interpretare la drammaturgia e il senso ultimo di questa vicenda. Dopo il misterioso approdo sulla terra di un’astronave le cose sono rapidamente precipitate. I visitatori alieni sono stati confinati in una sorta di ghetto nei sobborghi di Cape Town in Sudafrica. Nel corso della loro permanenza vengono fatti oggetto di atteggiamenti intimidatori da parte degli umani che opprimono la popolazione aliena come fossero dei carcerieri che sorvegliano un lager. La vicenda assume ben presto i connotati di una squallida storia a sfondo razziale, con gli alieni che subiscono discriminazione per il loro aspetto fisico da giganteschi carapaci. Uno dei funzionari a capo dell’operazione di sgombero delle abitazioni dei “gamberoni” viene contaminato da un misterioso liquido ed inizia a trasformarsi in uno degli esseri che era incaricato di contenere. Inizia così la sua odissea a cavallo dei due gruppi etnici, umani ed alieni, fino a compenetrare la vera essenza dei visitatori e il motivo della loro venuta. Splendida la fotografia con le scene della baraccopoli aliena iconograficamente perfette. Una miriade di invenzioni sceniche, una fresca originalità di fondo e una sceneggiatura senza sbavature rendono quest’opera uno dei punti di riferimenti della fantascienza degli ultimi anni.
Titolo originale: District 9

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.