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Wim Wenders in un’opera al nero tratta da un romanzo di Patrigia Highsmith. Paradigmatico notare come in questo film appaiano numerosi registi nel ruolo di personaggi comprimari: Nicholas Ray, Daniel Schmid, Peter Lilienthal, Samuel Fuller. Tutti cineasti, particolarmente Fuller e Ray, i cui gangster movies hanno fatto scuola e a cui Wenders ha reso omaggio con un cameo nel film. La storia è quella di Tom Ripley, un trafficante di quadri nonchè truffatore di mezza tacca (Denis Hopper) a cui viene commissionato un omicidio da un gangster a cui doveva del denaro. Ripley venuto a conoscenza che Jonathan Zimmermann (Bruno Ganz), un piccolo corniciaio di provincia, è un malato terminale di leucemia, lo trasforma in un sicario per commettere l’assassinio al posto suo promettendogli del denaro. Ripley si renderà infine conto del baratro in cui ha gettato il corniciao e tenterà di salvarlo dalla ritorsione della banda che aveva commissionato l’omicidio. La coppia Ganz Hopper è perfetta: sintonia e naturalezza come un solo uomo. Wenders dopo il suo periodo tedesco quasi pionieristico ha per la prima volta a disposizione una produzione con mezzi ingenti per realizzare il suo progetto. Un’opera dai tempi molto serrati, dinamica, coinvolgente, ben girata. Con due grandi attori e un intreccio narrativo davvero emozionante. Cosa chiedere di più a un film?

Titolo originale: Der amerikanische Freund

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