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Herzog muove la sua ricerca sull’identità e sui rapporti che questa ha con il Reale, e segnatamente come l’Io trovi plausibilità dopo una tabula rasa dei suoi elementi costitutivi. Compie quest’operazione prendendo spunto da una vicenda che ha appassionato legioni di letterati e scienziati tedeschi (Trackl e Handke ne parlarono diffusamente nei loro scritti). La storia è quella di Kaspar Hauser, un giovane che apparve a Norimberga nel 1828 e di cui non si sapeva nulla del passato nè del presente. Il ragazzo dapprima emarginato divenne oggetto di studio. Nello stesso tempo l’occhio attento di Herzog segue di soppiatto l’identità del giovane plasmarsi e prendere forma in base ai suoi nuovi rapporti sociali. La parola diverrà modulo di interazione con il nuovo contesto sociale con cui il giovane inizia faticosamente ad entrare in sintonia. Un’opera smisuratamente acuta, che ci spinge a domandarci quale sia la nostra vera natura, una volta azzerato ogni dato contenuto nel nostro cervello. Una domanda che ci avvolge come una calda coperta e al tempo stesso pende sopra il nostro capo come una spada di Damocle.

Titolo originale: Jeder für sich und Gott gegen alle

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